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Ingredienti per 4 persone 1 kg. di patate a pasta farinosa Preparazione Fai cuocere le patate con la buccia; quando sono cotte, sbucciale e passale allo schiacciapatate e mettile sulla spianatoia. Quindi inizia ad impastarle con l'uovo, un pizzico di sale, mezzo bicchierino di grappa e la farina. Le dosi delle farina sono del tutto indicative, in quanto la quantità necessaria dipende soprattutto dalle patate e dalla loro consistenza. Devi impastare con un po' di farina fino a che l'impasto raggiunge una consistenza tale da essere morbido, ma senza attaccarsi troppo alle mani. Ogni tanto è opportuno che tu versi un po' di farina sulla spianatoia per evitare che la pasta si attacchi. Quando l'impasto ha raggiunto una buona consistenza, devi tagliare la pasta a pezzi e formare con le mani dei piccoli filoncini alti circa un dito grosso, poi li tagli in tanti pezzetti da circa due-tre centimetri. Falli rotolare un pochino nella farina perchè non si appiccichino tra loro e poi, aiutandoti con l'apposito attrezzino rigagnocchi oppure, più semplicemente, con il retro di una grattugia, li fai passare rapidamente con un veloce movimento delle mani premendo leggermente. In questo modo lo gnocco acquisterà l'aspetto utile per catturare la maggior quantità di sugo. Getta gli gnocchi nella pentola di acqua bollente salata e attendi: quando verranno a galla saranno cotti. A questo punto, aiutandoti con un colino, scolali e mettili subito nei piatti. A Verona il condimento classico é con pomodoro e parmigiano, burro fuso e parmigiano oppure con la "Pastissada de caval". Nella bassa veronese, poi, gli gnocchi vengono conditi con zucchero e cannella; una tradizione del tutto particolare. Un po' di storia... Questa poesia prende lo spunto da una caratteristica e pittoresca festa carnevalesca, che si svolge a Verona fin dal secolo XVI, e che si chiama del "Venerdì gnoccolar". Essa è l'esaltazione di una delle pietanze più note della cucina locale, gli gnocchi, confezionati con farina di patate e abbondantemente conditi con burro e formaggio. La festa –secondo la comune credenza -trae origine da un lascito del dottor Tomaso Da Vico, il quale abitava nel popolare quartiere di San Zeno, dove un busto e una lapide tuttora lo ricordano. Nell'ultimo venerdì di carnevale, dopo la elezione del "Papà del gnocco" -che sarebbe il capo della festa e un po' il simbolo dell'abbondanza -un corteo di carri simbolici ed umoristici attraversa le vie della città, fino alla Piazza dei Signori, dove il Prefetto viene invitato a recarsi a San Zeno. Qui, su un apposito palco, si confezionano e cuociono gnocchi in quantità, che vengono distribuiti al popolo. In tal giorno non v'è cucina, a Verona, in cui non si confezioni il piatto tradizionale LA CABALA DEL GNOCO Eco qua, mondo pitoco1, 1. pitoco: significa povero; ma qui mondo pitoco deve, precisamente, intendersi come un'esclamazione. |
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